domenica 22 febbraio 2015

Cenni di Cambiamento

Negli ultimi anni ho avuto il grande privilegio di avere molto tempo per me.
Per leccarmi le ferite e per riflettere su chi sono e chi voglio essere.
Ho valutato le gabbie che mi ero costruita, i muri, le paure; alcune di queste mi erano persino aliene, non facenti parte del mio naturale modo di essere, ma adottate negli anni per via degli insegnamenti e dell’educazione ricevuta.
Mi sono domandata se ne vale la pena, di vivere così. Se volevo diventare quello che desideravano le persone che mi avevano cresciuta, o che conoscevo da tanto, o se preferivo essere me stessa… magari col rischio di essere più sola, ma riconoscendo i miei occhi nello specchio e affrontando l’impatto che si ha sugli altri quando si smette di compiacerli solo per paura di deluderli.
Ho scoperto che quando agisci da persona libera, che dice sì quando vuole dire sì e no quando vuole dire no, molti hanno paura, o provano invidia, o pensano che tu sia sfrontata, egocentrica. Prendono i tuoi rifiuti sul personale, senza riflettere se la loro domanda era lecita o meno.

Mi è costato molto impegno mentale cambiare le mie abitudini, lasciare le certezze che mi accompagnavano, persino quelle sbagliate.
Ma la leggerezza che provo ogni volta che sono capace di non piegare la mia volontà per cose futili, o per dei bisogni che non sono miei né condivisi con altri, è veramente impagabile. Questo non significa non scendere mai a compromessi, anzi, significa valutare le situazioni e dare la giusta importanza alle cose.
I compromessi saranno sempre presenti nella maggior parte delle mie scelte importanti, ma se si scende a patti con sé stessi per qualcosa che è fondamentale, allora il compromesso diventa quasi un piacere, un mezzo per raggiungere un fine che si desidera.

Non voglio perdere il mio tempo rincorrendo delle persone che come prima sensazione non mi sono affini, magari nel tempo posso ricredermi e riconsiderare le mie posizioni, ma preferisco concentrarmi su chi trovo interessante.
Non ho più voglia di chiedermi cosa pensano gli altri di me, perché quel che pensano è affar loro e se mi giudicano male pazienza, non mi interessa piacere a tutti, mi interessa piacermi.
Mi interessa chiedere scusa solo se penso di aver sbagliato, mi interessa sorridere se sono contenta e arrabbiarmi se qualcosa non mi sta bene.

Scrivo queste cose perché stavo pensando… che vedo stupore (a volte negativo) persino in mia madre per alcune delle mie considerazioni o scelte. Mi sono imbozzolata per così tanto tempo che le persone si sono dimenticate come ero… ma io no.
Sono ancora un po’ quella bambina che doveva giocare da sola perché non voleva leccare il culo alla compagna di classe popolare di turno o che veniva derisa perché non voleva fumare con gli altri fuori da scuola. Ma oggi non ho più sei anni, né tredici. Oggi non soffro più la solitudine e non me ne importa nulla di essere capita.
So quanto valgo, so cosa posso dare a chi passa oltre il mio primo atteggiamento freddo e cinico, so voler bene alle persone col cuore e so ancora affezionarmi nonostante tutte le brutte esperienze.
So di valere tanto e so che non sono per tutti.

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